Che tempo Ti fa?
06.02.2012 15:15
Nell'ultima settimana il tormentone che ha coinvolto, e coinvolge ancora, la maggior parte dei fiorentini (provinciali compresi) è quello del meteo. Memori del caos scoppiato lo scorso anno e della paralisi stradale conseguente, non trascorriamo giorno senza andare a consultare i bollettini meteo, senza chiederci: "Arriva la neve?".
Dalla televisione poi notizie per niente confortanti: tutti a dire che le temperature saranno basse come mai negli ultimi 27 anni fino a metà febbraio.
Insomma è scoppiata e dilagata l' "Ansia da neve": ansia da montaggio di catene, da "come faccio ad andare a lavoro?" oppure da "riuscirò a tornare a casa?". E vi confesso che anche io non ne sono stata immune: ho consumato lo schermo del mio smartphone (che bello il touchscreen!) per essere aggiornata in tempo reale sui cambiamenti climatici riguardanti la mia città.
Ma dato che non sono una metereologa, mi sono poi chiesta come mai questo affanno nel consultare gli aggiornamenti meteo, insomma da cosa derivava o cosa si nascondeva dietro questa ansia.
Allora, ritornando nei mie panni, mi sono ricordata che è da un bel pò di giorni che non consulto un altro tipo di bollettino, del quale sono autrice e protagonista: il mio bollettino personale. Quel bollettino che si redige rispondendo alla domanda: "Come mi sento ora?", "Che tempo ti fa Corinna?".
Quindi l'altra sera, sdraiata e al caldo sotto il piumone, ho chiuso gli occhi e ho iniziato a concentrarmi sul mio respiro, prestando attenzione all'aria che entrava dal mio naso e usciva dalla bocca. Inspirando ed espirando ho poi contattato il mio petto, che si alzava e abbassava seguendo il mio respiro. E ho iniziato a rilassarmi. Dal mio petto sono scesa fino alla punta dei piedi avvertendo il piacevole contatto della mia pelle con la morbidezza delle coperte, per poi risalire al collo e sentirlo un pò rigido e contratto. Ho quindi mosso un pò le spalle per scioglierlo e ho individuato una posizione più comoda. Dal collo sono salita alla nuca e sono passata poi al volto per soffermarmi infine sulle tempie ad ascoltare il battito del cuore. Completamente rilassata e in contatto con il mio corpo mi sono allora permessa di ascoltare le mie emozioni.
Ho contattato la mia ansia, che in realtà era timore. Timore di non essere efficiente, di non essere all'altezza delle aspettative, non solo relativamente al lavoro ma anche riguardo a questo blog. E nascosti dietro a questo timore ho individuato i miei costrutti "devi essere efficiente" e "devi essere perfetta".
Insomma ho capito che non c'era niente di nuovo al fronte e ho sentito la tensione piano piano allentarsi, finendo per abbandonarmi al sonno. Mi sono data la possibilità di far emergere le emozioni e questo mi ha permesso di capire "dove stavo".
Quindi se volete un mio consiglio continuate a guardare le previsioni meteo, per non farvi cogliere impreparati, ma ogni tanto ricordatevi anche di fare il vostro bollettino, domandandovi: "Come mi sento oggi?", "Che tempo mi fa?".
Così affannati nelle nostre faccende quotidiane ci dimentichiamo di noi stessi. Ci perdiamo in ampolle di acqua stagnante e non riusciamo ad uscirne. Ma se proviamo ad aprire il tappo della nostra consapevolezza e a seguire il fluire del nostro esperire allora torniamo ad essere. Pienamente.
Benvenuti nel mio blog. Un saluto caloroso,
Corinna
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